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La radiazione ultravioletta germicida, in inglese "Ultraviolet germicidal irradiation" (UVGI) è un metodo di sterilizzazione che usa la luce ultravioletta (UV) lunghezza d'onda UV-C, in grado di modificare il DNA o l'RNA dei microrganismi e di impedire loro di riprodursi o essere dannosi. I raggi ultravioletti considerati germicida sono gli UV-C a breve lunghezza d'onda (energia radiante) che ha dimostrato decidere batteri e spore e di inattivare i virus. Le lunghezze d'onda nella banda spettrale ultravioletta foto biologica, "UV-C", da 200 a 280 nanometri (nm), hanno dimostrato di essere le più efficaci per la disinfezione, sebbene UV più lunghi e meno energici possono anche disinfettare in dosi maggiori.
I raggi UVB possono provocare rischi per la salute e vanno usati con le giuste attenzioni. Le lunghezze d'onda UV-C comprendono fotoni (particelle di luce) che sono i più foto chimicamente attivi. I raggi UV-C uccidono i batteri e rendono i virus inattivi (il termine uccidere è inadeguato perché i virus non sono considerati viventi). La luce UV-C può inattivare efficacemente il virus responsabile di Covid-19 se illuminato direttamente per un tempo considerato adeguato. L'efficacia di questa azione germicida, con riferimento alla lunghezza d'onda dei raggi UV-C, è sintetizzato nel grafico qui riportato, preso da una presentazione del rapporto del 20 aprile 2020 del comitato fotobiologico della "Illuminating Engineering Society" (IES) intitolato “Germicidal Ultraviolet (GUV) – Frequently Asked Questions”.
La curva in nero, interpolazione dei risultati sperimentali rappresentati dai punti in rosso, mostra che un'efficacia superiore al 80% la si ha con lunghezze d'onda tra i 250 e i 275 nanometri (nm). Naturalmente, l'effetto germicida è legato a due parametri altrettanto importanti: il tempo di esposizione e la quantità di fotoni, Ovvero la potenza per unità di superficie, millijoule per centimetro quadrato (mk/cmq), impiegata per l'operazione.